La nascita del francobollo è legata alla riforma delle Poste della Gran Bretagna voluta da Rowland Hill nel 1837.
L’intuizione di Sir Hill fu quella di realizzare un servizio postale prepagato in cui la riscossione della tariffa postale non avvenisse al momento del ricevimento, bensì all’atto della spedizione e a spese del mittente. Questa idea nacque da un fatto assai noto: una donna rifiutò una lettera del fratello poiché non aveva denaro per pagare la spedizione e Sir. Hill, che assistette al fatto, si offrì di pagare il costo della missiva. La donna lo ringraziò molto ma aggiunse che non era necessario, il fratello aveva posto all’esterno del plico alcuni segni convenzionali attraverso i quali aveva comunicato di stare bene ed altre notizie. Questo espediente, se diffuso, avrebbe arrecato gravi danni all’erario. Fino al 1840 il servizio postale era organizzato in modo differente rispetto ad oggi: i plichi venivano consegnati ai “Maestri di Posta” che provvedevano poi all’inoltro ai destinatari che pagavano la relativa tariffa. La genialità della riforma di Hill fu l’introduzione di una “marca” da applicare sulle lettere a comprova dell’avvenuto pagamento della tassa dovuta e altresì quella di istituire tariffe basse e uniformi, in base al peso piuttosto che alla distanza. Il progetto si scontrò con l’ostilità preconcetta del Post Office. Tuttavia, anche grazie alle pressioni della classe mercantile e creditizia, il parlamento britannico approvò la riforma e rese necessaria la realizzazione dei francobolli. Sir Rowland Hill suggerì che questi ultimi dovessero essere dei pezzi di carta di dimensioni sufficienti ad accogliere una stampa e dotati sul retro di una soluzione glutinosa idonea a permettere che venissero opposti sulla lettera o sul pacco come prova dell’avvenuto pagamento della tariffa postale.
Il penny black emesso il 6 maggio 1840 fu il primo francobollo della storia.
Nel settembre del 1839 venne bandito un concorso pubblico, che invitava la popolazione a proporre delle idee sulla forma che il primo francobollo della storia avrebbe dovuto assumere. Giunsero in commissione 2700 proposte che si disputavano un premio di 600 sterline. Tutti i bozzetti furono esposti in una sala di Buckingham Palace e sottoposti all’attenzione dei responsabili delle poste inglesi. Nessuna ebbe però il favore del riformatore: Hill decise quindi che si sarebbe occupato personalmente dell’ideazione del francobollo assieme al suo staff. Come soggetto fu scelto il profilo della Regina Vittoria, tratto da una medaglia coniata alcuni anni prima, mentre per evitare contraffazioni la testa fu stampata su un fondo cesellato costituito da losanghe molto fitte. Il 10 gennaio 1840 venne introdotta la tariffa uniforme, ed il 6 maggio 1840 entrò in vigore il primo francobollo del mondo, che passò poi alla storia come Penny Black. A quel tempo il francobollo veniva stampato in righe di 12 esemplari, ognuno dei quali valeva uno scellino. Di conseguenza a ogni riga corrispondeva il valore di 12 pence e, con 20 righe per foglio, il valore dello stesso equivaleva a una sterlina (240 pence). Otto anni dopo, nel 1848, l’ingegnere Henry Archer inventò la perforazione meccanica del francobollo, completando così la genesi del francobollo dentellato così come è noto oggi. Nel giro di pochi anni altre amministrazioni postali seguirono l’esempio inglese e così, nel marzo 1843, la Svizzera del cantone di Zurigo fu il secondo stato al mondo ad emettere francobolli. Dopo la Svizzera fu sorprendentemente il Brasile ad adeguarsi alla novità, con l’emissione della serie detta “occhi di bue” il 1 agosto dello stesso anno. Seguirono i cantoni svizzeri di Ginevra (ottobre 1843) e Basilea (luglio 1845). Quest’ultima emissione diede alla Svizzera il primato nel campo dei francobolli colorati e tematici con la famosa “Colomba di Basilea”. Nel 1847 fu poi il turno degli Stati Uniti d’America, che iniziarono l’emissione di francobolli con un valore da 5 centesimi e l’effigie di Benjamin Franklin. Dal 1849 in poi fu il turno degli Stati europei. Nel 1900 avevano adottato la riforma postale 357 territori emettendo circa 1500 esemplari che davano inizio alle storie filateliche dei vari paesi.
Attualmente non esiste paese al mondo che non abbia emesso almeno una volta un francobollo. Con la rapida diffusione dell’utilizzo dei francobolli nacque in breve tempo anche il fenomeno del loro collezionismo, la filatelia. Fu il collezionista francese Georges Herpin a coniare nel 1864 il termine “filatelista”.
Nel 1847 le autorità di Mauritius, allora possedimento britannico, volendosi dotare dei loro primi francobolli, si aggiudicarono il primato del primo errore di stampa, emettendo una serie del tutto simile al Penny Black ma su fondo arancio/rosso (1 penny) o indaco (2 pence) e con l’erronea dicitura di “Post Office” anziché “Post Paid”, ossia di “Ufficio Postale” al posto di “Porto Pagato”. Questi sono oggi tra i più rari francobolli del mondo, in quanto furono subito ritirati: ne rimangono rispettivamente 14 (dei quali 2 nuovi) per lo One Penny e 12 esemplari (di cui 6 nuovi) per il Two Pence. Il 1º luglio del 1855 la Svezia, nell’emettere il suo primo francobollo del valore di 3 skilling, commise la prima non conformità tra decreto di emissione (che lo aveva previsto verde) e stampa effettiva (che fu in giallo), regalando così alla storia uno dei più rari francobolli al mondo, il Treskilling giallo, di cui attualmente si conosce un solo esemplare. L’errore più celebre in Italia riguarda il 205 lire rosa lilla (detto per questo Gronchi rosa), emesso per l’occasione della visita in Perù del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, che riporta i confini del Perù in modo errato e che per questo motivo venne ritirato dal commercio. Pochissimi giorni dopo la messa in vendita, venne sostituito dal comune “Gronchi grigio”.
Il Gronchi rosa è il francobollo di certo più noto di tutte le emissioni della Repubblica Italiana.
CM.
The birth of the postage stamp is linked to the reform of Britain’s Post Office by Rowland Hill in 1837.
Sir Hill’s intuition was to create a prepaid postal service in which the postal rate was not collected on receipt, but rather at the time of dispatch and at the sender’s expense. This idea arose from a well-known fact: a woman refused a letter from her brother because she had no money to pay for the postage, and Sir. Hill, who witnessed the event, offered to pay the cost of the letter. The woman thanked him very much but added that it was not necessary; her brother had placed on the outside of the envelope some conventional signs by which he had communicated that he was well and other news. This expedient, if widespread, would have caused serious damage to the treasury. Until 1840, the postal service was organised differently from today: parcels were delivered to ‘Postmasters’ who then forwarded them to the addressees who paid the relevant tariff. The genius of Hill’s reform was the introduction of a ‘mark’ to be applied to letters as proof of payment of the tax due, and also the introduction of low, uniform rates based on weight rather than distance. The project met with preconceived hostility from the Post Office. However, partly due to pressure from the merchant and credit classes, the British Parliament approved the reform and made the stamps necessary. Sir Rowland Hill suggested that these should be pieces of paper of sufficient size to accommodate a print and equipped on the reverse with a suitable glutinous solution to allow them to be affixed to the letter or parcel as proof of payment of the postal rate.
The penny black issued on 6 May 1840 was the first postage stamp in history.
In September 1839, a public competition was announced, inviting the population to come up with ideas for the form that the first postage stamp in history should take. A total of 2700 entries were received by the committee, competing for a prize of £600. All the sketches were displayed in a room at Buckingham Palace and submitted to the attention of the British Post Office managers. However, none were favoured by the reformer, so Hill decided that he and his staff would personally design the stamp. Queen Victoria’s profile, taken from a medal minted a few years earlier, was chosen as the subject, while to avoid counterfeits the head was printed on a chiselled background made up of very dense lozenges. On 10 January 1840 the uniform tariff was introduced, and on 6 May 1840 the world’s first postage stamp, which became known as the Penny Black, went into use. At that time the stamp was printed in rows of 12, each worth one shilling. As a result, each row was worth 12 pence and, with 20 rows per sheet, the value of the stamp was equivalent to one pound (240 pence). Eight years later, in 1848, engineer Henry Archer invented the mechanical perforation of the stamp, thus completing the genesis of the perforated stamp as it is known today. Within a few years, other postal administrations followed the British example and so, in March 1843, Switzerland in the canton of Zurich became the second state in the world to issue stamps. After Switzerland, it was surprisingly Brazil that followed suit, issuing the so-called ‘bull’s eye’ series on 1 August of the same year. This was followed by the Swiss cantons of Geneva (October 1843) and Basel (July 1845). The latter issue gave Switzerland the lead in the field of coloured and thematic stamps with the famous ‘Basel Dove’. Then in 1847 it was the turn of the United States of America, which started issuing stamps with a 5 cent value and the effigy of Benjamin Franklin. From 1849 onwards it was the turn of the European states. By 1900, 357 territories had adopted the postal reform, issuing around 1,500 stamps that started the philatelic histories of the various countries.
Today, there is no country in the world that has not issued a stamp at least once. With the rapid spread of the use of stamps, the phenomenon of stamp collecting, philately, was also born in a short time. It was the French collector Georges Herpin who coined the term ‘philatelist’ in 1864.
In 1847, the authorities of Mauritius, at that time a British colony, wanting to provide themselves with their first postage stamps, won the record for the first printing error, issuing a series quite similar to the Penny Black but on an orange/red (One Penny) or indigo (Two Pence) background and with the erroneous wording “Post Office” instead of “Post Paid”. These are now among the rarest stamps in the world, as they were immediately withdrawn: 14 (of which 2 new) remain for the One Penny and 12 (of which 6 new) for the Two Pence. On 1 July 1855, Sweden, in issuing its first stamp of the value of 3 skillings, committed the first non-conformity between the issuing decree (which had foreseen green) and the actual printing (which was in yellow), thus giving to history one of the rarest stamps in the world, the Yellow Treskilling, of which only one specimen is currently known. The most famous error in Italy concerns the 205 lire pink lilac (called the Gronchi rosa for this reason), issued on the occasion of the visit to Peru of the President of the Republic Giovanni Gronchi, which shows the borders of Peru incorrectly and for this reason was withdrawn from circulation. A few days after it went on sale, it was replaced by the common ‘Gronchi grigio’.
The pink Gronchi is certainly the best known stamp of all the issues of the Italian Republic.
CM.